Sansebastiano & Moreno: una manifattura genovese di ceramica allo scorcio dell’Ottocento | 26 marzo

martedì 26 marzo | ore 16.00

Sansebastiano & Moreno: una manifattura genovese di ceramica allo scorcio dell’Ottocento

a cura di Lilli Ghio

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti

Prenotazione fortemente consigliata (posti limitati) scrivendo a: palazzospinola@cultura.gov.it

Martedì 26 marzo alle 16:00 Palazzo Spinola verrà presentata per la prima volta al pubblico una Coppia di busti con soggetti di genere realizzati attorno al 1887 dalla manifattura Moreno. Fondata a Genova con denominazione Sansebastiano & Moreno verso la fine del 1883 dallo scultore di Novi Ligure Michele Sansebastiano (1852-1907) e dall’imprenditore genovese Cesare Moreno (1845-1888), nel 1887 la ditta continuò la sua attività sotto la direzione del solo Moreno. Era all’epoca l’unico laboratorio di ceramica artistica della città, con sede nel cosiddetto “palazzo verde” in via San Francesco d’Albaro.

La società ottenne un costante successo in occasione di numerose esposizioni e nei confronti della clientela, desiderosa di decorare la propria dimora con questi manufatti in maiolica artistica. I prodotti spaziavano da piatti a bassorilievo, vasi d’ispirazione rinascimentale, mensole rette da putti, a busti con allegorie delle stagioni, ritratti e soggetti di genere.

Per l’occasione, Palazzo Spinola ospiterà Lilli Ghio, storica dell’arte e del costume, che terrà una conferenza dal titolo Sansebastiano & Moreno: una manifattura genovese di ceramica allo scorcio dell’Ottocento per presentare al pubblico la coppia di “teste di genere” di recente entrate a far parte della collezione della Galleria Nazionale della Liguria, grazie a una generosa donazione.

I due busti sono nati en pendant, come palesano le dimensioni, l’impostazione e la tipologia dei soggetti. Raffigurano infatti una coppia di anziani contadini, colti in un’espressione gioiosa mentre inclinano il capo e mostrano sorrisi sdentati. Alla povera camiciola dell’uomo fa da contrappunto il vivace mezzaro indossato dall’anziana contadina, mentre le rose posizionate sul suo petto e sul cappello della figura maschile contribuiscono a ingentilire le raffigurazioni. I busti poggiano su piedistalli decorati con elementi che richiamano le attività svolte dai personaggi rappresentati: le spighe di grano e il falcetto che adornano il piedistallo bianco del contadino evocano la mietitura, mentre i batuffoli di lana poggianti sulla base in finto marmo nero del busto femminile rimandano alla cardatura.

La coppia di busti contribuisce a documentare il gusto fin de siècle dell’aristocrazia e dell’alta borghesia che apprezzava molto questi oggetti, colorati e insoliti, di elevata fattura.