Da Valparaíso a Genova: Ofelia Cariola Staglieno | 21 maggio

Nuove acquisizioni
per la Galleria Nazionale della Liguria


martedì 21 maggio | ore 16:00

Da Valparaíso a Genova: Ofelia Cariola Staglieno e l’emblematica ascesa di una famiglia ligure emigrata con successo in America latina

a cura di Caterina Olcese Spingardi

ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
posti limitati, prenotazione a:
palazzospinola@cultura.gov.it

Martedì 21 maggio alle 16.00 Palazzo Spinola ospiterà un altro incontro dedicato alle nuove acquisizioni per la Galleria Nazionale della Liguria.

Caterina Olcese Spingardi (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia) illustrerà il raffinato Ritratto di Ofelia Cariola Staglieno, dipinto nel 1902 dal pittore lucchese Luigi De Servi e simbolo di un genere, quello del ritratto alla moda, che ebbe larga fortuna durante la Belle Époque. Figlia di un intraprendente commerciante genovese che fece fortuna in Cile, Ofelia sposò il marchese Cesare Staglieno, esponente di un antico casato nobiliare cittadino.

Il raffinato ritratto è stato donato alla Galleria Nazionale della Liguria per disposizione testamentaria dalla marchesa Maria Maddalena Trionfi Honorati, nipote dell’effigiata.

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti; posti limitati, prenotazione a: palazzospinola@cultura.gov.it 

L’opera incarna l’emblema di un genere che ebbe un’eccezionale fortuna durante la Belle Époque: il ritratto femminile alla moda, che metteva al centro una donna elegante negli abiti e nelle acconciature, ma anche più libera e sicura di sé rispetto al passato. Ofelia indossa un abito che ne evidenzia la linea a “S”: il petto è proteso in avanti, il ventre è schiacciato e la vita stretta dal busto. Sebbene ritenuto un pericolo per la salute, all’epoca questo tipo di abbigliamento continuava ad essere ricercato dalle donne più esigenti.

Ofelia Cariola (1872-1957), ritratta all’età di trent’anni, divenne marchesa quando, diciottenne, sposò Cesare Staglieno, esponente di un illustre casato nobiliare genovese. Un matrimonio indicativo delle unioni, all’epoca sempre più frequenti, tra l’aristocrazia e le famiglie del mondo imprenditoriale, prive di blasone, ma apportatrici di ingenti patrimoni.

Ofelia era infatti figlia di Gerolamo Cariola, intraprendente commerciante genovese arricchitosi in Cile dalla metà dell’Ottocento e che negli anni ottanta aveva fatto ritorno a Genova con la famiglia.

L’autore, Luigi De Servi (Lucca 1863 – 1945), dopo alcune esperienze giovanili in Sud America, a Londra e a Parigi e nella natia Lucca, si stabilì a fine Ottocento a Genova, affermandosi come ritrattista. Oltre a ricercare la somiglianza fisiognomica degli effigiati, raggiunta anche grazie all’utilizzo della fotografia, la sua abilità si estendeva a coglierne sentimenti e profondità di espressione. Lo sguardo malinconico di Ofelia, infatti, si spiega forse con il fatto che proprio nel 1902, data del dipinto, perse il figlio Paolino di appena tre anni.