Il Ritratto equestre di Giovan Carlo Doria e Palazzo Spinola di Pellicceria al tempo di Rubens. Presentazione del volume | 8 marzo

Mercoledì 8 marzo alle 17.00 a Palazzo Spinola Alessandra Guerrini (Direttore dei Musei Nazionali di Genova e della Direzione regionale musei) e Giacomo Montanari (Università di Genova) presenteranno il volume Il Ritratto equestre di Giovan Carlo Doria e Palazzo Spinola di Pellicceria al tempo di Rubens, curato da Gianluca Zanelli (Direttore delle collezioni di Palazzo Spinola) ed edito da SAGEP (Genova).

La prima parte del volume è dedicata allo straordinario ritratto dipinto da Peter Paul Rubens nel 1607-1608 per Giovan Carlo Doria, capolavoro della Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola, caposaldo del linguaggio barocco e modello imprescindibile per molti artisti genovesi e liguri del “Secolo d’oro”.

L’occasione per cui il gentiluomo si fece ritrarre fu la notizia, ricevuta nel 1606, della nomina da parte del re di Spagna Filippo II a cavaliere dell’Ordine di san Giacomo. Così, con non poca ostentazione di sé, Giovan Carlo chiese a Rubens di immortalarlo in groppa a un focoso destriero, com’era tradizione per i ritratti dei sovrani e dei condottieri, nelle vesti di elegantissimo cavaliere, paludato in preziosi abiti da caccia e circondato da figure che rimandano alla fedeltà alla corona di Spagna, come il cane, le cicogne sullo sfondo, l’edera. La spada crociata rossa dipinta sulla corazza, simbolo dell’Ordine cavalleresco spagnolo, è stata probabilmente aggiunta nel 1610, quando fu ufficializzata la nomina da parte del re.

Allo studio sull’opera si unisce un approfondimento sulla biografia di Giovan Carlo, il più appassionato collezionista e mecenate dell’antica Repubblica di Genova e i suoi rapporti con intellettuali e poeti, quali Giovanni Battista Marino e Gabriello Chiabrera. Tra i pittori favoriti del Doria, oltre a Rubens, Giovanni Battista Paggi e Giulio Cesare Procaccini, spicca senza dubbio il genovese Bernardo Strozzi, il cui nome ricorre innumerevoli volte negli antichi inventari della quadreria di Giovan Carlo Doria, il quale affidò proprio a Strozzi la commissione di effigiare intorno al 1619 il tanto atteso erede, Agostino Doria (1615-1640), in un effigie che lo ritrae bambino concessa in prestito alla Galleria da una collezione privata.

La dispersione della sua ricchissima collezione, iniziò nel 1640 alla morte del figlio, ucciso a venticinque anni a Milano, a conclusione di una breve vita dissoluta, che lo aveva visto a sua volta commettere omicidio qualche anno prima. Una parte considerevole della collezione del nobile, giunta tramite articolati passaggi ereditari al ramo partenopeo della famiglia, i Doria d’Angri, venne infine venduto all’incanto nel 1940 a Napoli. Il ritratto rubensiano fu trasferito in Germania, dove venne recuperata da Roberto Siviero.

I contributi nella seconda parte del volume vertono invece sulle origini di Palazzo Spinola di Pellicceria, edificato negli ultimi anni del Seicento, e sui suoi primi proprietari, i Grimaldi del ramo detto dei Cavalleroni, così chiamati perché alcuni degli antenati di Francesco, al quale si deve la costruzione del palazzo, avevano ricevuto la nomina imperiale a cavalieri.

Nel 1593, Francesco Grimaldi chiese e ottenne il permesso di creare una “piazza” davanti al palazzo che si approntava a far edificare nel fitto reticolo di vicoli di impianto medievale nel cuore della città. L’edificio venne incluso dal 1599 nei Rolli degli alloggiamenti pubblici e fu tra le residenze genovesi pubblicate da Rubens nel volume “I Palazzi di Genova”, edito ad Anversa nel 1622, in cui è documentato l’aspetto originario della dimora, con il loggiato aperto al primo piano, poi tamponato a metà Seicento. L’edificio, ancora indicato come di proprietà di Francesco Grimaldi, defunto nel 1606, in realtà apparteneva al figlio Tommaso, la cui scelleratezza nel gestire il patrimonio ereditato porterà alla cessione della dimora di famiglia al cognato Ansaldo Pallavicino, che coprirà in sua vece un ingentissimo debito. Dell’inizio del Seicento è la decorazione affrescata da Lazzaro Tavarone nei saloni principali per celebrare la famiglia Grimaldi: al primo piano si dispiega La conquista di Lisbona con, attorno, Condottieri illustri, a dichiarare la vicinanza della famiglia alla corona Spagnola. A quell’impresa aveva partecipato proprio Francesco Grimaldi tra i condottieri della cavalleria. L’affresco del salone del secondo piano, in piccola parte interessato da ridipinture settecentesche, con il Trionfo di Ranieri Grimaldi, le scene della Battaglia sul fiume Gouwe e Personaggi illustri della famiglia Grimaldi, celebra invece il casato, attraverso il più antico e noto tra gli antenati, ammiraglio del re di Francia all’inizio del Trecento.

L’ingresso a Palazzo Spinola per la presentazione del volume è gratuito (fino a esaurimento posti)

I possessori delle Card annuali dei Musei Nazionali di Genova (Card Giovani € 15,00 | Card Adulti € 30,00 | Card Famiglia € 50,00) riceveranno una copia omaggio del volume.